Abate Nero

L'immediato riferimento del nome della cantina è alla tonaca scura del monaco francese Dom Perignon, vissuto verso la fine del 1400 e ritenuto dalla leggenda il Padre dello Champagne. Eugenio de Castel Terlago e l’enologo Luciano Lunelli (famoso per aver fatto conoscere il Teroldego nel mondo) nel 1973 decidono di unire le loro forze per dare vita al loro sogno, ovvero creare uno spumante straordinario, in un territorio all'epoca non certo famoso per il vino, ovvero il Trentino. Da quella data sono state percorse strade faticose e complicate, ma la ricerca e l'impegno costante hanno premiato i due amici: oggi i vini Abate Nero sono considerati, a tutti gli effetti, un simbolo del territorio nel mondo e hanno scritto uno dei capitoli più significativi della storia delle bollicine italiane prodotte con il Metodo Classico. Avevano visto bene i due amici, oltre 40 anni fa: le vigne Abate Nero sono ubicate su terreni particolarmente vocati e ben esposti sulle colline sopra le frazioni di Trento e Lavis, in un’area dove si può parlare tranquillamente di "viticoltura di montagna”. Lo Chardonnay è l’uva più coltivata tra le vigne dell'azienda, seguita da alcune parcelle di Pinot Nero: sono i due vitigni certamente più rappresentativi nella regione della Champagne. Inizialmente, i primi processi di spumantizzazione delle uve si svolgono nelle antiche cantine di palazzo Schulthaus a Lavis, proprio dove produceva i primi spumanti il celebre Giulio Ferrari, ma nel 1980 la produzione, al suo crescere, viene trasferita a Lamar di Gardolo. Gli spumanti Trento doc di Abate Nero sono ben strutturati e persistenti, cremosi e profondi, con lunghi affinamenti sui lieviti; sono bollicine che hanno conquistato vasti consensi di pubblico e di critica, mantenendo ancora oggi il fascino intramontabile di una produzione artigianale, improntata sull’alta qualità e sulla cura dei particolari., degni rappresentanti della miglior tradizione spumantistica italiana nel mondo.